Come evitare le truffe sulle criptovalute.

    C'è stato un incremento del 30% della criptovaluta Bitcoin nel primo trimestre 2023. Con questo incremento di valore non sono solo gli investitori a trovare vantaggio e gioire, ma soprattutto i truffatori che non perdono occasioni per raggirare il prossimo.

    Da alcuni mesi arrivano in redazione numerose segnalazioni di truffe, realizzate con i più fantasiosi stratagemmi ai danni di risparmiatori e investitori. Nella maggior parte dei casi quando ci segnalano questi raggiri o truffe è già troppo tardi per recuperare il denaro investito. Per questo motivo vi suggeriamo alcuni principi di base e regole da rispettare quando si ricevono telefonate commerciali che sollecitano facili investimenti in criptovalute.

    “La chiamo dalla blockchain”

    Ethereum foundation, Bitcoin Foundation, Il wallet MetaMask, la Blockchain non sono aziende commerciali e mai vi faranno chiamate a freddo sul vostro cellulare. Figuriamoci chiamarvi per chiedervi dati personali o addirittura di inviargli denaro o criptovalute. 

    Bonus, referral, promozioni, premi a punti

    Un wallet decentralizzato (Esempio: MetaMask) e la blockchain sulla quale è basato non hanno dipendenti, né un ufficio, né un sevizio clienti e tantomeno un addetto commerciale che vi chiami per “sbloccare” somme di denaro o valori in crypto. Se in un progetto vengono menzionati incentivi, punti, commissioni di introduzione o "presentaci un amico”, molto probabilmente si tratta di una truffa.

    “Il suo denaro è bloccato nella blockchain”

    L’unico modo di trasferire fondi da un wallet ad un altro, sulla blockchain, è attraverso la chiave privata. Solitamente è composta da 12 parole in lingua inglese. Se la condividi, avrai perso tutte le tue crypto. Non è possibile in nessun caso “sbloccare” un capitale o un conto versando altro denaro o crypto. Chiunque vi chieda soldi per sbloccare altri soldi sta perpetrando una truffa a vostro danno.

    Not your keys, not your crypto

    Non hai la chiave privata (private key) di 12 parole? Nel migliore dei casi, hai un contratto con un società privata che custodisce, per tuo conto, le tue criptovalute insieme a quelle di migliaia di altre persone. Se quindi cliente di un Ce. Ex. = Centralised Exchange, come Coinbase o Binance. Se non sei cliente di un CE.Ex e non hai le chiavi private, semplicemente non hai in mano nulla. 

    “Come tutte le società regolamentate, MetaMask necessità dei seguenti documenti….” 

    MetaMask è un wallet nativo della blockchain Ethereum. Non è regolamentato e non ha bisogno di documenti e procedure Know Your Customer (KYC). Come tutti protocolli, non ha il telefono per chiamarvi!

    “La chiamo in modo che possa condividere il suo schermo con Teamviewer”

    La condivisione dello schermo per il tramite di software appositi è uno dei principali metodi che i call center di scammer utilizzano per impostare un trasferimento di cryptovalute dal vostro wallet al loro. Mai e poi mai prestarsi alla condivisione dello schermo con persone che non conoscete.

    Non capisci o non ti è chiaro? Non mandare soldi!

    Se non capisci a fondo come funziona un investimento, un prodotto finanziario o un progetto di criptovalute, non investirci. Investi invece il tuo tempo per studiare dai siti o comuque da fonti ufficiali. Ecco due ottimi punti di partenza in italiano:

    Non ci sono pasti gratis

    Proprio come per la finanza tradizionale, anche nel mondo delle criptovalute, per ogni rendimento esiste un rischio correlato. Alto rendimento significa alto rischio di perdere il tuo capitale. Non esistono scappatoie.

     


    Attenti al trading automatico Bitcoin

    Trading automatico Bitcoin è una truffa?

    La linea di confine tra il trading automatico Bitcoin e le truffe sui robot di trading Bitcoin è molto sottile. Molte volte, un investitore alle prime armi, non ha le capacità valutative e non riesce quindi a scindere i sistemi professionali, da quelli illeciti.

    I bot di trading automatico esistono davvero e possono concretamente supportare le attività dei trader, a patto ovviamente di optare solo su sistemi reali e comprovati. La presenza di molte truffe sulle criptovalute ha tuttavia spaventato migliaia di utenti.

    Le stesse fanno leva su promesse di guadagni irrealizzabili, su meccanismi che non necessitano di nessuno sforzo e su profitti in poco tempo. Contrariamente da ciò, è bene sapere che nessun sistema (neanche i bot) possono garantire rendimenti al 100%.

    Può ad esempio citarsi il caso di Bitcoin Superstar, Bitcoin Fast, Bitcoin Pro, Bitcoin Victory e così via. Diversamente da ciò, la componente del rischio deve sempre essere considerata ed è indispensabile puntare solo su piattaforme regolamentate e che tutelano i tuoi dati personali.

    Trading automatico Bitcoin: recensioni

    In linea generale, le recensioni sul trading automatico Bitcoin sono abbastanza positive. Esistono in ogni caso anche opinioni negative, che fanno tuttavia riferimento soltanto alle truffe più acclamate, che devono ovviamente essere evitate.

    Le testimonianze sui robot di trading e bot di trading automatico sulle crypto, anche sul Bitcoin, sono invece buone. Gli utenti sottolineano diversi vantaggi e punti di forza, come ad esempio:

    • la possibilità di avere più tempo a propria disposizione;
    • l’eliminazione della componente emotiva, che molte volte porta a comportamenti irrazionali;
    • la possibilità di affidarsi ad un algoritmo in grado di esaminare milioni di dati rapidamente;
    • la possibilità di utilizzare i bot sui migliori broker, anche partendo da piccoli depositi.

    Anche in questo caso, ricordiamo tuttavia l’importanza di affidarsi solamente alle piattaforme con licenza ed autorizzate, nonché di evitare di leggere recensioni sui bot di trading crypto su forum, senza aver prima verificato la fonte in modo dettagliato.

    Riepilogando

    Con l’approfondimento odierno abbiamo compreso nel dettaglio cosa sono e come funzionano i software di trading Bitcoin automatico. Abbiamo inoltre sottolineato l’importanza di selezionare solamente soluzioni professionali ed affidabili, evitando il più possibile truffe.

    Per te che sei alle prime armi, sono state indicate alcune soluzioni molto pratiche per operare sul Bitcoin oggi stesso. Tra le più interessanti ricordiamo ancora una volta il Copy Trading di eToro, valido anche per investire sul Bitcoin. A seguire, ecco i passaggi:

    1. apri un account sulla piattaforma;
    2. scegli un trader da seguire;
    3. imposta il capitale che vuoi investire;
    4. avvia la funzione;
    5. attendi l’apertura delle posizioni in modo speculare ai trader scelti.

    Ricorda che con eToro puoi sempre testare il Copy Trading anche con la modalità demo. Si tratta di una simulazione senza alcun vincolo di tempo, con la quale puoi operare tramite capitali virtuali (100.000 dollari), che verranno aggiunti di volta in volta dalla piattaforma.

     


    Attenti alle truffe del Trading online.

    Il trading online è un settore in forte espansione e cosi anche le truffe che ci girano intorno.

    Ci sono degli accorgimenti da seguire per non inciampare in questi farabutti e per tutelarsi quando si inizia a fare trading online, in questo breve articolo parleremo delle regole base da seguire.

    Prima regola

    Non cadere nella trappola dello spam, nessuna piattaforma autorizzata fa spam, quando riceverai queste mail non le aprire, non cliccare su alcun link, ma cancellale immediatamente.

    Seconda regola

    Quando inizi la ricerca per il tuo futuro broker, non affidarti al primo che arriva, sia che ti prometta soldi facili che enormi guadagni. Questo perché il trading si è un’attività fruttuosa, ma non con pochi sacrifici, infatti per avere ottimi risultati ci vuole impegno e dedizione. Perciò dubita di queste pubblicità, invece prestata attenzione alle certificazioni che i broker espongono, le certificazioni più importanti sono la CONSOB e CySEC, entrambe sono molto rigide e severe contro gli impostori, quando queste certificazioni  sono presenti sul broker puoi stare tranquillo.

    Terza regola

    Attenzione alle pubblicità ingannevoli che ti promettono un guadagno immediato appena ti iscrivi. Anche i social network come facebook possono essere un canale per le truffe di trading.

    Molte volte mentre stai navigando sul Social ti può  apparire una testimonianze di un o più personaggi famosi, che narrano le loro glorie con una determinata piattaforma, bene anche qui non aprire alcun link, perché sono solamente pubblicità ingannevoli.

    Per concludere per evitare le truffe basta prestare attenzione e orientarsi solamente nei broker certificati.

    In conclusione, non operate con piattaforme non regolamentate, le piattaforme o broker di trading devono riportare nel pie di pagina o footer dellìhome page del sito ufficiale, il numero di licenza di un ente regolatore come CONSOB, CySec, FCA.

     


    Phishing: Quando la banca rimborsa?

    Correntista truffato con il phishing, ecco quando la banca deve rimborsarlo e quando, invece, è esonerata da ogni responsabilità.

    Le truffe phishing sono ormai sempre più diffuse e, nonostante ciò, i malcapitati che vi si imbattono non tendono a diminuire significativamente. È evidente che sarebbe necessario approfondire l’educazione informatica e la conoscenza delle misure di sicurezza per tutelarsi al meglio, anche perché non sempre la banca deve rimborsare il cliente di quanto perduto. A confermarlo è la sentenza n. 7214 della Corte di cassazione, che esclude ogni responsabilità dell’istituto di credito e nega il rimborso del correntista.

    Quando la banca deve rimborsare il cliente truffato con il phishing

    La citata sentenza della Cassazione esclude la possibilità di rimborso, sostenendo che la responsabilità ricade completamente sul comportamento del cliente. Siamo quindi di fronte a un principio importante per gli istituti di credito, che finalmente li ripara dalle conseguenze delle truffe phishing ai danni dei propri clienti.

    Ovviamente, però, la Cassazione si è espressa circa al caso concreto che le è stato sottoposto; pertanto, sarebbe scorretto affermare che la banca non è mai tenuta a rimborsare i clienti truffati, bensì il rimborso spetta soltanto a determinate circostanze. In particolare, la Cassazione si è pronunciata circa alla richiesta di rimborso effettuata da un cliente truffato con il phishing nei confronti della propria banca, la quale ha tuttavia negato ogni genere di responsabilità..

    Il correntista, nel dettaglio, pretendeva il rimborso di un bonifico eseguito sul proprio conto corrente da una terza persona. La causa di primo grado affrontata dal tribunale di Palermo aveva riconosciuto tale diritto, sostenendo che la banca non avesse adottato le misure di sicurezza idonee e che, pertanto, fosse in parte responsabile.

    La Corte d’Appello ha poi ribaltato completamente questa decisione, trovando infine conferma nella pronuncia della Cassazione. Il ricorso del cliente è stato infatti considerato inammissibile, perché la truffa avvenuta ai danni del cliente non avrebbe potuto essere individuata o fermata dall’istituto di credito, che non avendo responsabilità a riguardo non deve subire alcuno svantaggio.

    Il principio che se ne desume lascia intendere che la scriminante del diritto di rimborso sia la presenza di un errore nelle azioni dell’istituto di credito che abbia in qualche modo permesso la truffa ai danni del cliente. Di norma, quando si tratta di phishing è raro che ci siano tali circostanze. Rispetto alla vittima della truffa e al truffatore, la banca non ha alcun ruolo rilevante, proprio perché è stato lo stesso correntista a fornire indebitamente i propri dati personali e la banca non ha modo di allarmarsi a riguardo.

    Questa sentenza non deve comunque essere letta come colpevolizzazione della vittima di phishing, alla quale il rimborso e il risarcimento sono comunque dovuti, ma sarebbe ingiusto chiedere alla banca di farsene carico. È il soggetto che ha operato la truffa a dover restituire quanto sottratto, in seguito ad apposita sentenza. Affermare il principio contrario – l’assoluto obbligo di rimborso della banca – oltre alle ragioni giuridiche, sarebbe stato molto pericoloso, un vero e proprio incentivo alle truffe. I clienti stessi avrebbero avuto la possibilità di organizzarsi per simulare la truffa e ottenere il rimborso, così da raddoppiare i propri soldi.

    Allo stesso tempo, l’elemento della responsabilità richiamato dalla sentenza della causa di primo grado non è da considerarsi illegittimo. In altre parole, la banca deve rimborsare il correntista truffato se ha avuto delle lacune nella sicurezza dei clienti, soltanto che nel caso specifico affrontato questo fatto non sussisteva. In altri casi, la stessa Corte di cassazione ha riconosciuto il rimborso al cliente da parte della banca che non aveva adottato le misure di sicurezza o mancato di verificare la riconducibilità delle operazioni al cliente.

    In sintesi, il correntista ha diritto al rimborso se la truffa è stata permessa da errori nell’esercizio dell’intermediazione finanziaria e non semplicemente dalla sua negligenza. È questo il caso, per esempio, di addebiti o accessi non autorizzati; mentre, al contrario, la presenza di una causa esterna e non prevedibile esonera la banca da qualsiasi forma di responsabilità e dall’obbligo di rimborso.

     


    Decalogo Antitruffa

    1. Attenzione agli alti rendimenti.

    Il primo campanello d'allarme ha a che fare con la promessa del rendimento. I rendimenti dei titoli di Stato europei sono attualmente vicini allo zero o leggermente superiori. Proposte di rendimenti del 20% all'anno sono oggettivamente fuori mercato, e talvolta solo l'avidità può farle diventare realtà. Ma attenzione anche alle favole di rendimenti garantiti del di qualche punto percentuale, possono sembrare più normali, ma spesso corrispondono a diverse volte il rendimento dei titoli di stato italiani a 10 anni.

    2. Verificare che il proponente non eserciti abusivamente la promozione e il collocamento di servizi e prodotti finanziari.

    La prima cosa da fare è verificare che chi ti presta consulenza finanziaria sia regolarmente iscritto all'Albo Nazionale. La verifica è semplice, basta collegarsi al sito web www.organismcf.it e inserire il nome del consulente. Qualora il nome non fosse nell'elenco, si consiglia abbandonare immediatamente qualsiasi offerta o raccomandazione di investimento.

    3. Evitare la concentrazione del rischio in un unico strumento finanziario.

    Il consiglio di investire interamente in un unico strumento o prodotto finanziario è sempre sbagliato di per sé. La motivazione e semplice e razionale: la diversificazione riduce il rischio. Accade anche con obbligazioni o azioni subordinate vendute presso banche e poi in un giorno inatteso la notizia di default. Un consulente improvvisato e in malafede potrebbe convincerti a mettere tutti i risparmi in un investimento magico che cambiera il tenore di vita dell'investitore. Questo non accadrà mai perchè questo genere di èprodotti non esistono.

    4. Non concedere i codici di accesso al tuo conto bancario per versamenti o bonifici.

    Potrebbe sembrare una regola banale, ma ci sono migliaia di persone che consegnano incautamente denaro ai consulenti. In molti casi hanno ceduto i codici di accesso della banca a terzi, che hanno poi sottratto i depositi dei clienti. Ecco perché, dal 15 settembre 2019, un cambiamento nella legislazione europea ha imposto a tutte le banche di utilizzare l'autenticazione forte e password temporanee che possono essere ricevute solo sui telefoni cellulari dei clienti.

    5. Attenzione a diventare clienti di piattaforme di trading su piazze estere.

    Una delle strategie più comuni è sollecitare investimenti in piattaforme di trading su piazze estere. La prima difficoltà è verificare da parte dell'investitore l'attendibilità delle informazioni che ricevono. Il secondo errore è immaginare che ci siano più opportunità di investimento con intermediari esteri rispetto alle banche italiane. Gli investimenti possono essere effettuati ovunque nel mondo attraverso qualsiasi banca italiana, almeno le più importanti e conosciute.

    6. Verificare l'esistenza del titolo o del prodotto finanziario.

    Qualunque investimento  venga proposto, assicurarsi che abbia una quotazione su qualche mercato regolamentato, una semplice ricerca sui motori di ricerca in internet può darci un'idea della reale esistenza del titolo e della sua storia. Anche in questo caso è meglio evitare investimenti in titoli illiquidi o non quotati, per evitare di trovarsi nella condizione di riavere i propri risparmi in qualsiasi momento. Inoltre, i titoli non quotati non danno una chiara indicazione della loro salute.

    7. Verifica che dell'operazione proposta non vi siano già notizie di truffa.

    Molte volte basta una semplice ricerca sui motori di ricerca e sui social network per scoprire se c'è una storia di truffa. È anche vero che ci saranno sempre dei clienti insoddisfatti su qualsiasi argomento online, e questo è Internet! Quando però una truffa è diffusa e troviamo tante testimonianze, ce ne accorgiamo in tempo.

    8. Attenzione agli investimenti con documenti o titoli cartacei.

    Da molti anni gli investimenti in titoli sono stati smaterializzati. Questo significa che gli investimenti vengono effettuati solo in modalità telematica ed eseguite solo se sono in linea con il profilo di rischio dell'investitore. La maggior parte delle truffe avviene al di fuori della relazione tra banca o intermediario autorizzato e cliente. Un risparmiatore attento deve rispettare questa regola d'oro: qualsiasi investimento deve essere sottoscritto presso la banca o intermediario autorizzato e depositato in un dossier titoli. Solo così si riduce del 99% la possibilità di imbattersi in truffe.

    9. Verificare regolarmente il tuo investimento.

    Spesso le truffe più clamorose sono architettate da persone che conosciamo bene o che ci vengono presentate dai nostri amici o conoscenti. In queste situazioni, le nostre difese si abbassano e ci fidiamo degli altri in modo più superficiale. Gli amici che ci segnalano opportunità potrebbero essere anche loro vittime di una truffa. Quasi sempre i conoscenti che ci segnalano un buon affare in buona fede sono a loro insaputa vittime. Consulta consulenti di terze parti per valutare l'efficienza del tuo investimento e di verificare la presenza il rischio di potenziali truffe.

    10. Usare buon senso.

    Se pensi che ci sia qualcosa che non va nei troppi vantaggi della proposta, è probabile che ci siano i presupposti di truffa. L'istinto è un tratto di sopravvivenza primitivo. Non ignoriamo certi segnali e non rimandiamo la necessità di darci una risposta razionale prima che sia troppo tardi. 


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